Canto a tenore

Il canto a tenore (in sardo cantu a tenore[1]) è uno stile di canto corale sardo di grande importanza nella tradizione locale, sia perché espressione artistica di matrice originale e autoctona, sia perché espressione sociale del mondo agro-pastorale, strato sociale fortemente caratterizzante l'isola. Il canto a tenore nel 2005 è stato inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni orali e immateriali dell'umanità ed è perciò considerato "Patrimonio intangibile dell'Umanità",[2] data la sua unicità e la sua bellezza.

Origini

Le notizie sulle origini del canto a tenore sono troppo vaghe per permettere una precisa datazione: alcune testimonianze, risalenti all'epoca pre-cristiana, accennano a un canto a quattro voci eseguito dai prigionieri di Roma provenienti dalle zone interne dell'isola, e c'è chi fa risalire la nascita del canto addirittura al periodo nuragico. Si ritiene inoltre che il canto a tenore sia nato come l'imitazione delle voci della natura: su bassu imiterebbe il muggito del bue, sa contra il belato della pecora e sa mesu hoche il verso dell'agnello, mentre il solista sa boche impersona l'uomo stesso, colui che è riuscito a dominare la natura. Il "bassu" e la "contra" utilizzano tecniche di "canto armonico" molto simili alle tuvane "Kargyraa" e "Korekteer". D'altronde anche a Tuva, secondo la tradizione, i pastori svilupparono forme di canto armonico per stabilire un contatto con le entità spirituali che pervadono tutte le cose, acquisendo la loro forza attraverso l'imitazione dei versi degli animali e della natura.

Composizione

Il quartetto che compone Su Tenore è formato da su bassu (il basso), sa contra (il baritono), sa mesu boche (il contralto) e sa boche (la voce solista). Quest'ultima, cantando la poesia, deve scandire il ritmo e la tonalità che il coro vero e proprio deve seguire armoniosamente. Su bassu è la prima voce gutturale del gruppo: viene ottenuta mettendo in vibrazione le false corde vocali, intonandole un'ottava sotto alla nota prodotta dalle corde vocali "vere"(ciò avviene anche nel kargyraa e nel canto dei monaci tibetani). Sa contra è la seconda voce gutturale del gruppo: il suo suono è potente e metallico, e si congiunge a su bassu su un intervallo di quinta, formando il classico "accordo gutturale", peculiarità che differenzia Su Tenore dalle altre forme di espressione polifonica. Sa mesu boche infine funge da "fattore dolcificante" nei confronti del ruvido suono emesso dal duetto bassu-contra; la sua vivace melodia ha il compito di completare la polifonia del terzetto, rendendola più viva e soprattutto più varia.

Esecuzione

Il brano, solitamente, è una poesia rimata che viene eseguita in varie modalità secondo la metrica su cui è impostata: le composizioni endecasillabiche (undici sillabe per verso) si prestano per essere cantate a "sa seria" (detta anche boche 'e notte) canto che prevede un'esecuzione pacata e malinconica, mentre le poesie con scansione sillabica ridotta (sette-otto sillabe per verso) sono in genere cantate in varianti più allegre e ballabili A primo impatto il canto a tenore può apparire uguale per tutti i paesi che lo praticano; le differenze tra paese e paese sono invece varie e notevoli: ad esempio, nell'area del Supramonte (Orgosolo, Oliena, Mamoiada) il canto è caratterizzato dall'esecuzione di sillabe aperte (bim bam) e da un bassu secco e aperto, diversamente dalla zona di Orune dove il bassu e le sillabe eseguite dal terzetto, sono più cupe, chiuse e rotonde (bom). Generalmente i gruppi sono composti da bassu, contra, mesu boche e boche. Incomincia sempre la boche che intona il canto, alla quale seguono gli altri componenti del gruppo in un accompagnamento musicale arrangiato. Questi tre, seguendo il canto, generalmente intervengono in un modo sfalsato rispetto alla voce solista, ciò per un'esigenza musicale.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Canto_a_tenore

Il canto tenore dei paesi del Tepilora

Torpé

Bitti

Posada

Lodè