{"type":"FeatureCollection","features":[{"type":"Feature","properties":{"id":1325,"name":"Ponte rotto sull\u2019Orcia","description":""},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[11.599369961768,43.022935017943]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1317,"name":"Bagno Vignoni","description":"
Bagno Vignoni
\nIl nome di questo antico borgo deriva da Vignoni, castello gi\u00e0 noto nel XI secolo, le cui tracce dominano l\u2019altura sopra il borgo, e dalle acque termali usate fin dall\u2019epoca romana, come testimoniano numerosi reperti archeologici che si trovano nella collezione Chigi di Siena, Museo Archeologico Nazionale. Nel XII secolo il \u201cBagno\u201d era soggetto alla famiglia Tignosi, signori di Tintinnano, ora Rocca d\u2019 Orcia, sotto la cui signoria rimase fino alla fine del \u2018200; all\u2019inizio del \u2018300, Bagno Vignoni ed i borghi e castelli circostanti, passarono in possesso della famiglia senese dei Salimbeni, a cui rimase fino al 1417, quando il secondo marito di Antonia Salimbeni, Attendolo Sforza, lo vendette al comune di Siena.
\nNonostante i numerosi episodi di guerra, devastazioni ed incendi che coinvolsero la Val d\u2019Orcia nel corso del medioevo, l\u2019assetto del borgo di Bagno Vignoni \u00e8 da allora rimasto sostanzialmente immutato fino ai nostri giorni. Il villaggio si svilupp\u00f2 in una spianata, a met\u00e0 fra il colle di Vignoni e la ripida gola formata dal fiume Orcia, intorno ad una grande vasca rettangolare, entro cui sgorgano le acque: questo elemento che \u00e8 il futuro generatore dell\u2019impianto del borgo e tuttora il centro del villaggio, costituisce un evidente richiamo ad alcuni aspetti propri degli impianti termali romani. Intorno alla vasca si disposero le abitazioni, le locande ed in seguito la chiesa di San Giovanni Battista, dove attualmente \u00e8 possibile vedere il frammento restaurato dell\u2019affresco raffigurante Cristo risorto attribuito a Ventura Salimbeni, originariamente situato nella cappella di santa Caterina. Dalla vasca, oltrepassato un ponte porticato, le acque raggiungevano le terme e poi andavano ad alimentare una serie di mulini disposti sul ripido ciglio degradante verso il fiume che oggi \u00e8 possibile visitare grazie. ad un risanamento conservativo dell\u2019area, recentemente effettuato dal Comune di San Quirico d\u2019Orcia (Parco dei mulini). \u00c8 noto che Caterina da Siena soggiorn\u00f2 pi\u00f9 volte a Bagno V\u00ecgnoni, portata dalla madre che intendeva distoglierla dal proposito di farsi monaca. Ma altri personaggi illustri attestano la fortuna delle terme, come papa Pio II Piccolomini e Lorenzo il Magnifico, che vi trascorse un periodo nel 1490. E estrema vicinanza alla via Francigena, percorso principale dei pellegrini che si recavano a Roma, favofi la conoscenza e l\u2019uso di queste acque anche ai viaggiatori, almeno quelli meno frettolosi: ne esiste una testimonianza nel diario di viaggio di Michel de Montaigne del 1581. Le acque e le loro virt\u00f9 curative ispirarono nel \u2018500 a Lattanzio Tolomei, dotto senese, un7iscrizione votiva dedicata alle Ninfe, con versi in greco scolpiti su una lapide tuttora visibile su uno dei pilastri del loggiato di santa Caterina. Il Comune di Siena fu sempre molto attento a regolamentare lo svolgimento delle cure termali nel suo territorio, e proprio ai bagni di V\u00ecgnoni sono dedicati due articoli del Costituto della citt\u00e0, dove si prescrive la separazione dai bagni degli uomini da quelli delle donne, da attuare a met\u00e0 fra i residenti del borgo e gli abitanti dei castelli della Val d\u2019Orda; viene inoltre stabilito il prezzo da pagarsi per le camere. Ben presto fiorirono nuovi interessi e studi sulle acque minerali e i bagni: fra gli autori che parlano di Bagno Vignoni spicca il medico Andrea Bacci, che vi soggiorn\u00f2 nel 1548 lodando la munifica ospitalit\u00e0 che ebbe da parte della famiglia Amerighi. Nel 1677 11 Granduca Cosimo III infeud\u00f2 San Quirico d\u2019Orcia al cardinale Flavio Chigi, insieme ai piccoli borghi di Vignoni e Bagno Vignoni: cos\u00ec le terme unitamente a tre mulini, Otto case, un\u00a0 osteria e alcune terre passarono alla famiglia Chigi ai cui discendenti tuttora in parte appartengono.<\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[11.617897907272,43.028338244185]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1281,"name":"Montalcino","description":"
Montalcino sorge nel cuore della Toscana meridionale. Nel medioevo il territorio di Montalcino era diviso fra quattro circoscrizioni ecclesiastiche: Arezzo, Chiusi, Grosseto e Siena. Questa suddivisone rispecchiava quella dell’antichit\u00e0, infatti qui si incontravano i territori delle importanti lucumonie etrusche di Arezzo, Chiusi, Roselle (Grosseto) e forse anche di Volterra. Molti reperti di questa epoca sono ancora oggi conservati nel museo Archeologico di Montalcino.
\nLa storia medievale della zona presenta innumerevoli punti oscuri, in quanto tutta la documentazione inerente era conservata nel distrutto archivio dell’abbazia di S.Antimo, da cui il castello stesso dipendeva. Anche il fatto che la via Francigena passasse ad est del borgo, presso l’odierno pese di Torrenieri, non ci ha aiutato a reperire notizie storiche antecedenti alla seconda met\u00e0 del 1100.
\nLe notizie partono dalla fine del XII\u00b0 secolo, con Montalcino gi\u00e0 comune autonomo alleato di Siena durante la guerra, persa, contro Firenze del 1176. Ben presto Montalcino si trov\u00f2 a dover contrastare le mire espansionistiche di Siena e l’alleanza fu rotta, addirittura nel 1200 il castello fu distrutto dall’esercito senese, momentaneamente in tregua con quello fiorentino, impegnato anch’esso ad eliminare l’analogo ostacolo costituito da Semifonte. La ripresa della guerra con Firenze imped\u00ec ai senesi di completare la conquista di Montalcino. Il castello rimase comunque sotto il protettorato della Chiesa e del Comune di Siena. Dopo un tentativo fallito di conquistare di nuovo l’autonomia, nel 1232 il castello fu rioccupato e costretto ad una nuova alleanza con Siena. Dopo l’ennesima rivolta il castello fu di nuovo espugnato dai senesi nel 1252 ma perso subito dopo grazie all’intervento di Firenze e Grosseto. A Montaperti i montalcinesi erano schierati con Firenze contro Siena e la vittoria di quest’ultima non fece altro che portarli ad una nuova perdita di autonomia. Nel 1269 Siena fu nuovamente sconfitta, a Colle, e Montalcino di nuovo libera. Solo dopo la met\u00e0 del XIV\u00b0 secolo Montalcino torn\u00f2 sotto il controllo di Siena. Risale a questo periodo la costruzione della Rocca col fine di controllare il centro cittadino.
\nOrmai Montalcino era Senese e nel XV\u00b0 secolo divenne uno dei centri pi\u00f9 importanti del territorio della Repubblica. Nel secolo successivo la citt\u00e0 e il castello resistettero all’assedio dell’esercito Imperiale e Mediceo nel 1553 durante la guerra che port\u00f2 alla definitiva capitolazione senese nel 1555. Dopo la resa molti cittadini senesi raggiunsero Montalcino dove, capitanati da Piero Strozzi, fecero rivivere in esilio la Repubblica. La citt\u00e0 divenne il capoluogo dei territori ancora non conquistati dai fiorentini e resistette fino al 1559 quando, ormai isolata dalla caduta di Talamone e Castiglione della Pescaia, fu offerta la resa e giurata fedelt\u00e0 a Cosimo de’ Medici.
\nIl castello \u00e8 ancora oggi praticamente intatto. Come detto la sua costruzione fu iniziata nel 1361 sul vertice meridionale delle preesistenti mura cittadine del 1200, incorporando il mastio di S.Martino, il torrione S.Giovanni. L’aspetto e quello classico di castello-recinto con pianta pentagonale dotato di torri a tutti gli angoli. La torre di sud-est \u00e8 affiancata dal cassero. Le mura e le torri sono dotate di camminamento di ronda esterno aggettante, sorretto da archetti su beccatelli a piramide rovesciata, ancora oggi interamente percorribile. Le torri settentrionali sono aperte sul lato interno. Il castello incorpor\u00f2 anche un’antica basilica a tre navate, poi ridotta ad una per fungere da cappella alla fortificazione, della quale sono ancora visibili i resti presso la torre nord-est. Sul lato sud si estende il possente bastione mediceo, aggiunto da Cosimo alla met\u00e0 del 1500.<\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[11.489897025749,43.060594992712]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1232,"name":"SanGimignano","description":"
San Gimignano Per la sua caratteristica e unica architettura medioevale \u00e8 stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanit\u00e0, sorge nel III secolo a.c. come un piccolo villaggio etrusco, posizionato su un colle (334m s.l.m.) dominante l’alta Val d’Elsa, ma la sua storia inizia intorno al X secolo, periodo in cui prende il nome dal santo Vescovo di Modena che avrebbe difeso il villaggio dall’occupazione di Attila. Durante il medioevo San Gimignano gode di uno spaventoso sviluppo, grazie al commercio di ottimi prodotti agricoli delle colline toscane, favorito dalla Via Francigena che lo attraversava. Nel 1199, nel pieno del suo splendore economico, il paese guadagn\u00f2 la propria indipendenza dai Vescovi di Volterra a cui era soggetta e divenne a tutti gli effetti un Comune della Toscana. In questo periodo, pur essendo divisa da una lotta intestina tra Guelfi e Ghibellini, San Gimignano si arricchisce di opere d’arte di pregio e stupende forme architettoniche. Dall’8 maggio del 1300 il Comune, ebbe l’onore di ospitare come ambasciatore della Lega Guelfa in Toscana Dante Alighieri. Lo splendore della cittadina arriv\u00f2 fino al 1348 quando a causa della peste nera che infest\u00f2 tutta l’Europa e delle carestie che ne seguirono, dovette soccombere a Firenze, divenne quindi una cittadina di secondo piano fino alla fine del XIX secolo quando si cominci\u00f2 a riscoprire la particolarit\u00e0 e la bellezza della cittadina medioevale e il pregio dei suoi prodotti agricoli, primo tra tutti, il vino.
\nDa visitare a San Gimignano :\u2028Piazza della Cisterna : prende il suo nome dalla cisterna del XIII secolo, in mezzo alla piazza.\u2028Il Duomo o Chiesa della Collegiata : consacrato nel 1148, arricchito da splendidi affreschi della scuola senese.\u2028Museo d\u2019arte sacra\u2028Palazzo Comunale
\nLo Zafferano
\nLa coltivazione dello zafferano ha una storia antica; molti documenti testimoniano quanto fosse intensamente coltivato e della sua importanza nell’economia sangimignanese del Medioevo. Prodotto carissimo costitu\u00ec un elemento importante nel successo dei mercanti sangimignanesi. dell’epoca. Nel 1228 il Comune di san Gimignano pag\u00f2 i debiti, contratti per l’assedio del Castello della Nera, parte in denaro e parte in zafferano e nel 1276 istitu\u00ec gabelle di entrata e uscita trovando un cospicuo guadagno nel dazio di esportazione. Nel 1295 assegn\u00f2 addirittura due addetti alla pesa dello zafferano con presenza fissa alle porte della Citt\u00e0 dove si riscuoteva la gabella. Lo zafferano purissimo di San Gimignano \u00e8 coltivato con metodi naturali che escludono qualunque uso di prodotti chimici in ogni fase della coltivazione, dell’essiccazione e della conservazione.
\nGli stigmi dello zafferano vengono confezionati interi per garantire la loro qualit\u00e0 purissima ed il loro aroma forte,pungente e leggermente amarognolo. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[11.042600031942,43.464717976749]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1214,"name":"Mulino di Brolio","description":""},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[11.449760114774,43.425827454776]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1215,"name":"Radda","description":"
Il territorio comunale di Radda in Chianti si estende per tutta l’alta valle del fiume Pesa in mezzo ai bellissimi boschi chiantigiani. A Paterno, Lo Smorto, La Petraia e negli immediati dintorni di Radda sono state rinvenute tracce di centri abitati. Ma \u00e8 sopratutto sul Poggio di Cetamura che sono stati scoperti i resti di quello che fu probabilmente il pi\u00f9 importante insediamento etrusco-romano del Chianti, che si trovava al centro di una vera e propria rete viaria collegata con tutti i pi\u00f9 importanti comuni delle zone limitrofe. Fu nel Medioevo che Radda si popol\u00f2 di importanti castelli. Nel 1201 il comune fiorentino che controllava gi\u00e0 tutta la regione, riun\u00ec la popolazione del Chianti in una “Lega”; vi erano Radda, Castellina e Gaiole. Nel paese sono presenti ancora oggi molti edifici medievali. Lungo la cinta muraria si trovano torri di difesa. Nei punti di accesso si aprivano le porte. Un cassero completava le fortificazioni. Delle opere di difesa rimangono solo poche tracce. Di notevole interesse \u00e9 la Pieve di Santa Maria Novella, un tempo la pi\u00f9 ricca ed importante del Chianti; numerose sono le sue opere d’arte fra le quali: una croce astile in bronzo dorato (XII-XIII secolo), una fonte battesimale a forma esagonale, nonch\u00e9 una ricca dotazione di vesti, suppellettili ed arredi sacri. Numerose altre chiese sono presenti nel territorio, come quella di San Fedele a Paterno, quella parrocchiale di Radda e il Convento francescano di Santa Maria. Nella cittadina si conservano numerosi palazzi cinquecenteschi. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[11.374479141086,43.486938653514]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1179,"name":"Tombe Etrusche","description":"
Il ritrovamento di reperti etruschi e romani testimoniano le antiche origini di Castellina. Le prime memorie scritte risalgono all’XI secolo. Sin dai primi decenni del XII secolo il Chianti fu oggetto di contesa fra Firenze e Siena e nel 1176 la Repubblica fiorentina fece sua la maggior parte del territorio. Come molte altre localit\u00e0 chiantigiane, alla fine del XII secolo entr\u00f2 nell’area di influenza fiorentina (1193) e della cosiddetta “Lega del Chianti”. Resti delle imponenti opere di difesa recingono ancora parte del paese, come ad esempio le torri. Nel punto pi\u00f9 alto le mura sono interrotte da un poderoso cassero a pianta rettangolare restaurato nei primi del ‘900. Ancora presente \u00e8 la “Via delle Volte”, unico tratto percorribile che testimonia l’esistenza di corridoi seminterrati intorno alle mura. Nel territorio di Castellina ci sono numerosi resti di castelli medievali, come quelli di Monternano, di Grignano, e di Pietrafitta. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[11.283879401162,43.472548685968]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1167,"name":"Leonardo Da Vinci – Monte Ceceri","description":"
Il rilievo di Monte Ceceri (m 414) \u00e8 situato negli immediati dintorni nord-orientali di Firenze, ad est della collina di Fiesole. La sua superficie \u00e8 in gran parte boschiva, a seguito degli interventi di rimboscamento operati a partire dal 1929 dal Corpo Forestale per ripristinare la naturalit\u00e0 dei luoghi, alterata dalla secolare attivit\u00e0 estrattiva delle cave di Maiano. L\u2019area protetta \u00e8 stata istituita per valorizzare la memoria artigianale della locale importante attivit\u00e0 estrattiva (abbandonata dal 1950) e per migliorare l\u2019assetto naturale e la fruibilit\u00e0 dei luoghi. Tutta l\u2019area \u00e8 stata infatti sfruttata fin dal medioevo per l\u2019estrazione della pietra serena, una pietra arenaria che contraddistingue molti palazzi fiorentini. Sono presenti formazioni boschive a prevalenza di leccio Quercus ilex e cipresso Cupressus sempervirens, assieme a pino domestico Pinus pinea, pino marittimo Pinus pinaster e roverella Quercus pubescens; di interesse storico e paesaggistico la presenza di una lecceta d\u2019alto fusto. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[11.303815841675,43.801031112671]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1165,"name":"Fiesole","description":"
Centro di Fiesole \u00e8 Piazza Mino da Fiesole, dove vi \u00e8 l’imponente cattedrale romanica, il Palazzo Altoviti (oggi sede del seminario vescovile), ed il Comune. Su un lato della piazza principale, al termine di una corta ma ripida salita, sorge la Chiesa di San Francesco. Sempre nei pressi di Piazza Mino, ma in direzione nord, si trova l’entrata al Teatro Romano. Oltre al Teatro, perfettamente conservato, si trovano i resti di una necropoli, di terme romane e di alcuni altri edifici di epoca tardo-imperiale. Il Teatro \u00e8 sede di una stagione teatrale e musicale estiva nota come Estate Fiesolana.
\nA pochi metri dal Teatro Romano vi \u00e8 l’entrata del Museo Bandini, dove \u00e8 conservata un’importante ed ampia collezione di ceramiche dei Della Robbia.\u2028Fra le ville e giardini fiesolani pi\u00f9 interessanti ci sono: Villa Medici a Fiesole, Le Balze, Fonte Lucente, Villa Schifanoia. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[11.292766230181,43.80674446933]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1108,"name":"Trafalgar Square","description":"
Questo ampio spazio pedonale situato nel cuore della Citt\u00e0 di Westminster che ai tempi di Edoardo I (1239-1307) ospitava le scuderie reali \u00e8 oggi il centro nevralgico della Londra turistica. Dedicata alla Battaglia di Trafalgar (21 ottobre 1805), la pi\u00f9 decisiva delle vittorie navali riportate dalla Gran Bretagna durante le Guerre Napoleoniche, vede svettare al suo centro la colonna di Nelson, dedicata all\u2019Ammiraglio britannico che perse la vita proprio durante i combattimenti. Altre statue popolano la piazza, tra cui quella del Generale Charles James Napier, famoso per aver conquistato la provincia del Sindh, nell\u2019attuale Pakistan. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[-0.12809274718165,51.508099129423]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1088,"name":"Merton Abbey Mills","description":"
Piccolo villaggio d\u2019arte ed artigianato sul fiume Wandle brulicante di vita, specialmente durante il weekend in occasione del mercato e quando la ruota del mulino, che va ad alimentare il laboratorio di ceramiche, viene azionata. All\u2019interno ci sono inoltre svariati negozi ed una galleria di artigianato, un teatro ed una serie di ristoranti che spaziano dalla cucina caraibica a quella brasiliana, dalla tailandese all\u2019Italiana senza tralasciare il tradizionale \u201ccarvery\u201d. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[-0.18372561782599,51.412992691621]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1076,"name":"Charles James Napier","description":""},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[-0.12853145599365,51.507747173309]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1061,"name":"Admiralty Arch","description":"
Commissionato da Edoardo VII (1841-1910), che lo fece costruire in memoria della madre, la Regina Vittoria, venne completato nel 1912. La caratteristica pi\u00f9 curiosa dell\u2019arco \u00e8 sicuramente il naso che spunta dalla parete interna dell\u2019arco pi\u00f9 a nord, posizionato qui nel 1997 dall\u2019artista Rick Buckley in segno di protesta per l\u2019alto numero di telecamere a circuito chiuso installate in citt\u00e0 e viste da alcuni come una violazione della propria privacy. Inizialmente Buckley piazz\u00f2 ben 35 nasi, sparsi su altrettanti edifici londinesi, tutti a favore di telecamera, di cui oggi ne sopravvivono una decina. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[-0.1280265301466,51.50712992996]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1038,"name":"Brighton","description":"
Da citt\u00e0 fortificata di una certa importanza, in seguito alla caduta dell\u2019impero romano divenne un semplice villaggio di pescatori, che riacquist\u00f2 prestigio e crescita demografica (con un picco negli anni\u201960) a partire dal XVIII secolo, con la moda dei bagni in mare. Il nucleo originale coincide con la zona delle Lanes, un intrico di piccole vie che pullulano di negozi e botteghe di artigiani, spesso animate da artisti di strada.
\nBrighton Pier (1899). Originariamente era un semplice molo che permetteva lo sbarco dei passeggeri dei traghetti in arrivo da Dieppe, ma divenne progressivamente sempre pi\u00f9 simile ad un luna park, con tanto di teatro e chioschi di dolci, bevande e l\u2019immancabile Fish&Chips. L\u2019ingresso al molo \u00e8 libero.\u2028West Pier (1866). Del secondo molo di Brighton rimane ormai solo lo scheletro; chiuso nel 1975 venne per ragioni di sicurezza, essendo i costi della manutenzione giudicati troppi alti da parte della Societ\u00e0 proprietaria, nel 2002 una tempesta ne provoc\u00f2 il crollo della sala concerti e nel 2003 un incendio, con ogni probabilit\u00e0 doloso, concluse l\u2019opera di distruzione.
\nRegency Square. Sull\u2019altro lato della strada rispetto al West Pier, era inizialmente uno dei tanti campi che circondavano l\u2019antico villaggio di pescatori, adibito a pi\u00f9 riprese in accampamento militare; una di queste occasioni, quella del 1793, venne utilizzata da Jane Austen come ambientazione per un passaggio di \u201cOrgoglio e Pregiudizio\u201d (1813), nel XIX secolo fu trasformata in zona residenziale di prestigio. Oggi i palazzi sono stati tutti trasformati in hotel. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[-0.13750646263361,50.819471133873]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1039,"name":"Crawley","description":"
Fra l\u2019Et\u00e0 del Bronzo e l\u2019epoca Romana fu un importante luogo di estrazione e lavorazione del ferro; la presenza delle antiche fornaci \u00e8 ancora testimoniato dalla toponomastica, ma la vera prima espansione della citt\u00e0 si ebbe nel 1770, con la costruzione della strada che collegava Londra a Brighton lungo la quale iniziarono a sorgere punti di ristoro per i ricchi londinesi in viaggio verso la meta delle loro vacanze estive. L\u2019espansione prosegu\u00ec poi fino ai giorni nostri anche grazie alla vicinanza all\u2019aeroporto di Gatwick, costruito negli anni\u201940 e secondo per grandezza solo Heathrow fra gli aeroporti della Gran Bretagna. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[-0.17087657935917,51.114277839661]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1019,"name":"Newhaven","description":"
Situata alla foce del fiume Ouse, la citt\u00e0 acquista importanza con l\u2019apertura, nel 1847, della linea ferroviaria per Lewes e con la costruzione da parte della London Brighton & South Coast Railway di un proprio pontile sul lato est del fiume (sponda su cui la citt\u00e0 in seguito si svilupper\u00e0 maggiormente). Situato sulla cima di una collina sovrastante il mare, il Forte di Newhaven serv\u00ec fin dall\u2019et\u00e0 del bronzo per avvistare e difendersi da eventuali invasori. La struttura odierna risale al 1860 ed \u00e8 la pi\u00f9 grande opera difensiva mai costruita nel Sussex; oggi contiene collezioni di oggetti e divise militari, \u00e8 aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00 (ultimo ingresso alle 16.00), il costo del biglietto \u00e8 di 6,50\u00a3. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[0.05354200489819,50.794820124283]}},{"type":"Feature","properties":{"id":964,"name":"Piazza Maggiore","description":"
Fontana del Nettuno (su Piazza del Nettuno). Del XVI secolo, in marmo e bronzo, costruita dal Gambologna, rappresenta il potere papale (cos\u00ec come Nettuno domina le acque, il Papa domina il mondo). I quattro putti ai piedi del Nettuno rappresentano i fiumi principali dei quattro continenti allora conosciuti; Gange, Nilo, Danubio e Rio delle Amazzoni. Palazzo del Podest\u00e0 (XIII-XV secolo). Fu la prima sede del governo cittadino. Sotto le arcate un tempo si trovavano le botteghe dei commercianti e degli artigiani. In pietra arenaria, le statue in terracotta rappresentano i santi protettori della citt\u00e0. Visitabile solo in occasione di mostre e eventi.
\nPalazzo Re Enzo (XIII secolo). Primo complesso di palazzi adibito a svolgere le funzioni pubbliche, deve il suo nome al fatto di essere stata per 23 anni la prigione di re Enzo di Sardegna, figlio di Federico II. Visitabile solo in occasione di mostre e eventi.\u2028Basilica di San Petronio (XIV-XVII secolo). Aperta 7.45-14 e 15-18.
\nPalazzo d\u2019Accursio o Palazzo Comunale (XII-XIV secolo). Alcune sale sono visitabili da marted\u00ec a domenica 10-13.\u2028Palazzo dei Notai (XIV-XV secolo). Visitabile solo in occasione di mostre e eventi.\u2028Palazzo dei Banchi (XVI secolo). Pi\u00f9 che un palazzo \u00e8 una facciata scenografica, costruita allo scopo di nascondere le vie del mercato retrostante. Il nome deriva dal fatto che un tempo sotto i suoi portici si trovavano banchi di cambiavalute. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[11.342994784936,44.493868919089]}},{"type":"Feature","properties":{"id":853,"name":"Forges les Eaux","description":"
Il suolo ricco di ferro fece s\u00ec che gi\u00e0 in epoca gallo-romana vi si insediassero le prime importanti fonderie alle quali, verso la fine del \u2018500, iniziarono a sostituirsi le stazioni termali. Oggi lo stabilimento non \u00e8 pi\u00f9 in funzione, tuttavia \u00e8 ancora possibile approfittare della Spa del Forges Hotel (presso la reception del Continental \u00e8 disponibile l\u2019opuscolo con l\u2019elenco ed i relativi prezzi dei trattamenti). Il primo Casin\u00f2 invece, che prese il posto del Convento dei Cappuccini, risale al XIX secolo, distrutto da un incendio nel 1896, venne sostituito nel 1902 da un secondo Casin\u00f2 che \u00e8 tuttora in funzione.<\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[1.5453373733908,49.613196328282]}},{"type":"Feature","properties":{"id":815,"name":"Gisors","description":"
L\u2019antico centro medievale, luogo strategico per l\u2019ingresso in Normandia, fu a lungo protagonista delle lotte per la supremazia sulla regione fra il Ducato anglo-normanno ed il Regno di Francia. Testimone principale il castello, che affonda le proprie radici fra XI e XII secolo quando i Duchi anglo-normanni decisero di dotarsi di una fortificazione costruita su un terrapieno artificiale che dominava l\u2019Epte. Le lotte terminarono nel XII secolo, quando Gisors venne annessa al Regno di Francia. Il castello, privato della sua portata strategica, fu trasformato in prigione e nel XIV secolo ospit\u00f2 diversi membri dell\u2019Ordine dei Templari, la cui storia \u00e8 strettamente intrecciata a quella della citt\u00e0. Proprio in una cripta sotterranea che dovrebbe trovarsi fra il castello e la chiesa di Saint Gervais Sanit Protais infatti si credeva fosse nascosto un tesoro appartenente ai Templari. Le visite al castello sono solo guidate e in francese, il costo \u00e8 di \u20ac5; mentre l\u2019accesso al giardino del castello, aperto tutti i giorni dalle 8.00 alle 19.30, \u00e8 libero e gratuito. La chiesa di Saint Gervais Siant Protais \u00e8 aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00; \u00e8 possibile effettuare visite guidate al costo di \u20ac5 prenotando al numero +33.(0)2.32.55.59.36. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[1.7753486149013,49.281344711781]}},{"type":"Feature","properties":{"id":773,"name":"La Caves du Nord","description":"
Originariamente ingresso reale del castello, fra il 1911 e il 1917 fu trasformato in teatro all\u2019aperto. Oggi \u00e8 uno degli accessi alla Foresta di St. Germain-en-Laye, antica riserva di caccia e oggi polmone verde di una delle zone pi\u00f9 altamente urbanizzate di Francia; i suoi 3500 ettari sono essenzialmente ricoperti da Farnie e Faggi. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[2.1361354831606,48.957565790042]}},{"type":"Feature","properties":{"id":738,"name":"La Bastiglia","description":"
Fortezza voluta da Carlo V (1367), fu trasformata in prigione di Stato dal Cardinale Richelieu; una sorta di luogo di detenzione a 5 stelle per nobili, intellettuali e membri dell\u2019alta borghesia (Montaigne,il Marchese de Sade e Voltaire sono solo alcuni dei detenuti pi\u00f9 conosciuti), avvolta in un misto di mistero e cattiva reputazione per via delle torture che pare vi si praticassero e ad un culto del segreto che contribu\u00ec a creare miti come quello dell\u2019Uomo dalla Maschera di Ferro. Il 14 luglio 1789 venne assaltata ed invasa dal popolo parigino in cerca di polvere da sparo, segnando cos\u00ec l\u2019inizio della Rivoluzione Francese e divenendone il simbolo; la Colonna che si trova ora al centro della Piazza \u00e8 una commemorazione delle 3 giornate di luglio. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[2.3691130802035,48.853217633441]}},{"type":"Feature","properties":{"id":741,"name":"Parco Impressionisti","description":"
Gli 11 ettari di parco pubblico ospitano 250 specie di piante ed arbusti rari. Ispirato ai colori della tavolozza dei pittori Impressionisti, il giardino intende rievocare quello di Claude Monet a Giverny, che si trova ad una sessantina di kilometri da qui. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[2.1682884637266,48.893993329257]}},{"type":"Feature","properties":{"id":742,"name":"St. Denis","description":"
Comune della banlieue Nord parigina, sede dello Stade de France (lo stadio pi\u00f9 grande di Francia, inaugurato nel 1998 in occasione dei mondiali di calcio) e della Basilica Cattedrale di St. Denis (1136-fine XIII sec.). Intitolata al martire patrono di Parigi, di cui fu il primo vescovo. La Basilica divenne Cattedrale nel 1966. Importante meta di pellegrinaggio durante il Medioevo e successivamente potente abbazia benedettina, dal VI secolo accoglie le tombe di diversi sovrani francesi. Orari di apertura dal 1 aprile al 30 settembre: 10.00 \u201318.15, la domenica 12.00-18.15. Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura. Chiusa il 1 maggio. Visita libera (1 ora ca.): \u20ac 8,50 <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[2.3461441509426,48.936274247244]}},{"type":"Feature","properties":{"id":731,"name":"British School of Paris","description":""},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[2.1265052631497,48.875377960503]}},{"type":"Feature","properties":{"id":732,"name":"Canale St. Martin","description":"
\u00c8 il canale sul quale la protagonista de \u201cIl Favoloso Mondo di Am\u00e9lie\u201d (film del 2001 di Jean-Pierre Jeunet con Audrey Tatou e Mathieu Kassovitz) ama far rimbalzare i sassi. Inaugurato nel 1825, era originariamente destinato a rifornire la citt\u00e0 di acqua potabile, ma col sorgere sulle sue rive di vetrerie, mulini ed altri insediamenti industriali, si decise di destinarlo alla navigazione commerciale. Alla fine del XIX sec., in seguito alla riorganizzazione urbanistica ad opera di Hausmann, il canale venne fatto passare in galleria. Oggi la parte coperta scorre sotto la Place de la Bastille, i boulevard Richard-Lenoir e Jules-Ferry. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[2.3723568767309,48.8621425163]}},{"type":"Feature","properties":{"id":670,"name":"Grotta con presepe","description":""},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.253793373704,44.109625378624]}},{"type":"Feature","properties":{"id":646,"name":"Vagli di sotto ed il suo bacino","description":"
I primi insediamenti sul territorio di Vagli Sotto risalgono all’epoca degli Etruschi, vi si stanziarono nel secolo IV A.C., come dimostrano i numerosi reperti archeologici rinvenuti in loco e databili a tale periodo. Il borgo di Vagli Sotto si consolid\u00f2 nel corso dell’Alto Medioevo dapprima sotto la dominazione dei Bizantini e successivamente dei Longobardi. Successivamente Vagli Sotto pass\u00f2 nelle mani di alcuni nobili che sostenevano il potere pisano nella lotta contro la Repubblica di Lucca. Nella seconda met\u00e0 del XIV secolo quest’ultima riusc\u00ec a conquistare il borgo e a porlo sotto la propria dominazione. Il borgo di Vagli Sotto venne posto sotto il controllo amministrativo della vicina localit\u00e0 di Camporgiano, mantenendo tale status fino a met\u00e0 del XVI secolo. Nel 1451 Vagli Sotto venne annessa al Ducato di Modena, retto dalla famiglia ferrarese degli Estensi, i quali vi governarono indisturbati fino all’inizio del XIX secolo, quando le truppe francesi guidate da Napoleone Bonaparte invasero il territorio. L’occupazione francese si concluse nel 1814, anno in cui il borgo di Vagli Sotto ritorn\u00f2 nelle mani degli Estensi, rimanendovi fino alla sua annessione al Regno d’Italia, avvenuta nel 1861 ad opera del Re Vittorio Emanuele II di Savoia.
\nIl lago di Vagli, nel comune di Vagli Sotto in provincia di Lucca, si \u00e8 formato artificialmente con lo sbarramento del Torrente Edron nel 1947, da parte della SELT Valdarno. Nel 1948 sono stati portati a termine i lavori della diga con il susseguente innalzamento a 92 metri. Le acque del lago, salendo hanno sommerso alcuni borghi, tra cui il principale era Fabbriche di Careggine, piccolo borgo di fabbri ferrai bresciani, che ora riemerge ad ogni svuotamento eccezionale del lago.<\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.284109041095,44.112097872421]}},{"type":"Feature","properties":{"id":621,"name":"Valbona","description":""},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.450191507116,44.185364171863]}},{"type":"Feature","properties":{"id":622,"name":"VIA VANDELLI","description":"
La Via Vandelli verso Castiglione Garfagnana
\nDa San Pellegrino a Castiglione Garfagnana, la Via Vandelli \u00e8 asfaltata e non \u00e8 possibile percorrere il cammino originario. Percorreremo un tragitto ancora precedente, che scende fino alla valle di Castiglione, lungo un viottolo dritto e ripido. Vandelli ignorava il percorso antico, perch\u00e9 ne dovette creare uno pi\u00f9 facilmente percorribile. Infatti, la Vandelli originale segue un gentile pendio da San Pellegrino in Alpe fino al paese di Chiozza. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.480590658262,44.189787134528]}},{"type":"Feature","properties":{"id":616,"name":"Metati","description":"
“Metati”
\nIl metato \u00e8 un edificio dove si lasciano seccare le castagne.\u2028Normalmente il metato era composto da due piani dove il superiore non era separato da un solaio ma da una serie di travetti di legno, che andavano naturalmente da una parte all\u2019altra della stanza, a un metro circa di distanza l\u2019uno dall\u2019altro. La preparazione del metato consisteva nel chiudere lo spazio vuoto esistente fra i travetti, appoggiandovi sopra, nell\u2019altro senso, le cannicce, che venivano disposte molto vicine per evitare che cadessero al piano inferiore. <\/p>\n
Quando sopra alle cannicce c\u2019era uno strato di castagne ritenuto sufficiente, a piano terra si accendeva il fuoco che, per\u00f2, doveva consumarsi lentamente, senza che la fiamma divampasse, altrimenti le castagne avrebbero assunto un colore rossastro e anche il sapore ne avrebbe probabilmente risentito. Nei metati pi\u00f9 grandi, nei quali si essiccavano castagne provenienti anche da altri castagneti, c\u2019era un altro locale prima dell\u2019essiccatoio. Era una stanza abitabile, alla quale si accedeva da una porta a piano terra. Un\u2019altra porta si trovava invece sul retro, all\u2019altezza del primo piano, ed era utilizzata per vuotare le castagne raccolte, sopra alle cannicce.<\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.465695010498,44.18842096813]}},{"type":"Feature","properties":{"id":617,"name":"Mulino","description":""},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.408105971292,44.134978959337]}},{"type":"Feature","properties":{"id":618,"name":"Pieve Fosciana","description":"
Pieve Fosciana e la chiesa di San Giovanni
\nLa citt\u00e0 prende il nome dall\u2019antica chiesa, o \u201cPieve\u201d, databile al VIII secolo.\u2028L a chiesa di San Giovanni Battista \u00e8 un edificio sacro che si trova in via San Giovanni a Pieve Fosciana. All’edificio primitivo, ricordato in un documento del 764, appartiene la vasca battesimale di pietra ad immersione, che nel 1745 \u00e8 tolta dal presbiterio, inserita sulla parete sinistra e protetta da parti del distrutto recinto presbiteriale trecentesco. Fino al Seicento conserva la facciata romanica, su cui si addossa il campanile, poi nel 1769-70 viene ancora modificata e la nuova facciata, tripartita e con una grande finestra sagomata al centro, ha aspetto prettamente barocco in sintonia con quella del vicino oratorio. Coevo \u00e8 l’interno, a tre navate e con volta a botte unghiata. Fra le opere un bassorilievo in terra policroma raffigurante San Giovanni di Francesco Colline (1887).<\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.409437101334,44.133788226172]}},{"type":"Feature","properties":{"id":607,"name":"Borgo Isola","description":""},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.428301664069,44.17218580842]}},{"type":"Feature","properties":{"id":608,"name":"Castelnuovo Garfagnana","description":"
Castelnuovo Garfagnana
\nIl capoluogo di Garfagnana \u00e8 tra le Alpi Apuane al sud e gli Appennini al nord, in confluenza tra il Turrite Secca e il Serchio. La prima traccia della citt\u00e0 risale al 740. Il suo castello venne probabilmente eretto nel XIII secolo: ha una la torre nel centro della piazza serviva da prigione. Dal 1522 al 0525 il poeta Ludovico Ariosto abit\u00f2 nella citt\u00e0 ricoprendo il ruolo di governatore dell\u2019area del garfagnano, al servizio del duca d\u2019Este. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.412710988894,44.110489971936]}},{"type":"Feature","properties":{"id":609,"name":"Castiglione Garfagnana","description":"
Castiglione Garfagnana
\nCastiglione Garfagnana \u00e8 un\u2019antica citt\u00e0 fortificata menzionata in un documento Lombardo del 723. Distrutta dall\u2019esercito di Lucca nel 1227, nel 1429 divenne un importante roccaforte per il ducato di Lucca nel territorio degli Este. La famiglia Este, che governava Modena, conquist\u00f2 territori in Toscana, intorno a Castiglione, ma non furono capaci di prendersi la ben difesa cittadina. La citt\u00e0 ha tuttora le mura del XIV secolo di figura irregolare, ed ha torri robuste agli angoli e dietro la porta d\u2019ingresso. Le mura sono dominate da piazzaforte , strutture tipiche del periodo. Ci sono quattro vie d\u2019entrata alla citt\u00e0: la \u201cporta nuova\u201d a nord, la \u201cporta inferi\u201d e la \u201cporta del ponte levatoio\u201d verso ovest. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.411032428965,44.149848623201]}},{"type":"Feature","properties":{"id":573,"name":"Capanna celtica \u201cCapanno Guerri\u201d","description":""},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.605122353882,44.234929047525]}},{"type":"Feature","properties":{"id":574,"name":"Casa Gialla","description":"
Casa gialla alla mano Dx, si prosegue in salita. Di fronte alla casa si possono ancora notare, sotto una roccia ofiolitica. le rovine dell\u2019Osteria dell\u2019assassino, che passiamo alla mano Sx, <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.558875538409,44.212796380743]}},{"type":"Feature","properties":{"id":579,"name":"La Fabbrica","description":"
Pietra commemorativa a Domenico Vandelli.<\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.592681514099,44.228877061978]}},{"type":"Feature","properties":{"id":547,"name":"Ponte del Diavolo","description":"
Il Ponte del Diavolo
\nIl ponte \u00e8 una formazione rocciosa spettacolare che consiste in un singolo blocco di roccia lungo 33 metri e largo 3 metri. \u00c8 il resto di un masso enorme, modellato dal tempo in millenni. In questa aerea, il terreno consiste in massi di pietra, con la vegetazione che sorge tra le crepe delle rocce. I
\nVia Vandelli \u2013 da Pavullo a La Santona 4 <\/p>\n
resti delle rocce formano uno spesso strato di sabbia. Questo posto affascinante ha dato luogo a una leggenda nei tempi pagani, come dice il nome stesso (il \u201cponte\u201d \u00e8 anche conosciuto come Ponte d\u2019Ercole, e la montagna che gli sta di fronte \u00e8 il Monte Apollo). Scavi archeologici hanno portato alla luce monete del temp <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.76172798872,44.327020011842]}},{"type":"Feature","properties":{"id":541,"name":"Lama Mocogno","description":"
Lama Mocogno
\nIl nome del paese deriva dalla combinazione dei nomi di due paesi: Lama e Mocogno, che sono a poca distanza tra loro. Il vecchio centro di Lama, databile al 1550, consiste in una chiesa e una piazza. Lama acquisto sempre pi\u00f9 importanza grazie alla Via Vandelli e alla Via Giardini. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.730303144082,44.308878974989]}},{"type":"Feature","properties":{"id":544,"name":"Monzone","description":"
Il Palazzo Comunale di Monzone
\nMonzone accoglieva una volta un bellissimo castello, costruito nel XII secolo, poi distrutto. Alla fine del XIII secolo, il castello fu ricostruito e occupato dalla potente famiglia Montegarullo fino al 1406, anno in cui fu definitivamente raso al suolo dalla famiglia Este, che elimin\u00f2 la regola di Obizzo da Montegarullo sul Frignano. Nel Municipio di Monzone il 24 febbraio 1342, il consiglio generale dei comuni di Frignano elesse gli \u201cstatutari\u201d, rappresentanti dell\u2019aristocrazia e del popolo, e vennero definite alcune leggi. Si assist\u00ec alla fondazione di una delle prime democrazie in Italia. Il Municipio a tre piani venne costruito e decorato nel miglior modo possibile: due finestre a doppio arco sulla sinistra ed un magnifico capitello merlato. La facciata che guarda la piazza ha una finestra a doppio arco con rose in basso rilievo.
\nBreve tour per visitare Monzone
\nContinuate il percorso ignorando il bivio con una strada asfaltata (via Rio Croce), andate a sinistra e poi fino al segnale per Frassineti. Arrivate al centro del paese dove la strada \u00e8 ora asfaltata. Sulla sinistra c\u2019\u00e8 un cortile del XVIII secolo (#55), e sulla destra si trova la chiesa di S. Giorgio, con pietra angolare decorata con conchiglie del XIX secolo. La porta d\u2019ingresso della chiesa ha un bellissimo architrave decorato. Anche la casa 61 ha un\u2019architrave decorato. Sulla destra c\u2019\u00e8 il Municipio di Monzone, un edificio del XIV secolo che mostra tuttora figure architettoniche importanti (vedi nota 5). La finestra dopo la 61 \u00e8 particolarmente bella, con lastre curve e basso rilievi. Andate a Piazza del Generale dove c\u2019\u00e8 una fontana carina. Di fronte alla 68, una casa diroccata ha una finestra con bordi in pietra, con sopra una \u201cmarcolfa\u201d: un volto umano scolpito nella pietra per scacciare il diavolo: uso e costume diffuso in questa zona, di origine celtica. Tornati sulla strada principale, sulla destra trovate una strada in salita che vi porta alle rovine del castello. Tutto quello che rimane \u00e8 il muro esterno ai piedi del campanile. L\u2019edificio che guarda la piazza ha finestre in pietra scolpite.
\nAvete finito il tour a Monzone, potete tornare al punto di partenza. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.78835000284,44.327153032646]}},{"type":"Feature","properties":{"id":545,"name":"Pavullo","description":"
Pavullo \u00e8 il capoluogo del Frignano (area geografica degli Appennini di Modena) ed \u00e8 noto per lo storico campo d\u2019aviazione civile. Divent\u00f2 una paese di commercio nel medioevo grazie al pellegrinaggio di S.Lazzaro (dove oggi si trova la chiesa di S. Bartolomeo). Un\u2019ulteriore stimolo alla crescita di questa cittadina venne dato non solo dalla creazione di Via Vandelli e, in seguito, della Via Giardini ma anche dalla costruzione della residenza estiva del duca Francesco d\u2019Este. <\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.833723256364,44.330636803061]}},{"type":"Feature","properties":{"id":394,"name":"Villa Machiavelli Rangone","description":"
Villa Machiavelli Rangone (Rocca Rangoni). Edificata nel XII secolo, si trova all\u2019interno di un parco di circa 15.000 ettari.<\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.889281528071,44.578757649288]}},{"type":"Feature","properties":{"id":395,"name":"Villa Montecuccoli","description":"
Villa Montecuccoli. Residenza di campagna (XVII sec.)<\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.971025368199,44.583355374634]}},{"type":"Feature","properties":{"id":381,"name":"Palazzo Ducale","description":"
Palazzo Ducale. Costruito nel XVII secolo, tra \u2018600 e \u2018800 ospit\u00f2 la corte degli Estensi. Oggi \u00e8 sede dell\u2019Accademia Militare ed \u00e8 visitabile solo alcuni sabati e domeniche, con guida e al costo di 8\u20ac. Per informazioni e prenotazioni: +39.059.220022\/2032660 oppure www.visitmodena.it (in italiano e inglese).<\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n","url":"http:\/\/www.visitmodena.it\/it"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.929443836212,44.648673534393]}},{"type":"Feature","properties":{"id":346,"name":"Teatro Comunale","description":"
Teatro Comunale (a Dx). In stile neoclassico (1857-1860)<\/p>\n<\/div>\n
Il Teatro Comunale di Carpi – uno dei pi\u00f9 importanti teatri storici dell\u2019Emilia-Romagna – apr\u00ec i battenti all\u2019indomani della proclamazione del Regno d\u2019Italia, l\u201911 agosto 1861.<\/p>\n
Posto tra il rinascimentale Palazzo dei Pio ed il tardosettecentesco Palazzo Scacchetti, sede da pi\u00f9 di un secolo del Comune di Carpi, si affaccia sulla gigantesca Piazza dei Martiri, che ha giustamente reso famosa la citt\u00e0.
\nIl Comunale \u00e8 l’erede diretto del Teatro Vecchio progettato nel 1639 dall’architetto e scenografo ducale Gaspare Vigarani, quasi completamente ligneo, collocato all’interno di Palazzo dei Pio nella Sala detta della \u201cSpelta\u201d dalle sue antiche funzioni di deposito granaglie.
\nI palchettisti del Teatro Vecchio costituirono nel 1848 una societ\u00e0 per poter raggiungere la somma, che il governo centrale si era rifiutato pi\u00f9 volte di concedere, necessaria alla costruzione di un nuovo teatro. La Societ\u00e0, che con rogito del 1856 si era impegnata ad assumersi l\u2019onere delle spese, incaric\u00f2 Claudio Rossi, professore della scuola di disegno, esponente con Cesare Costa della corrente neoclassica modenese. Rossi present\u00f2 due progetti e la commissione scelse quello pi\u00f9 “tradizionale “, in linea col teatro-tempio, tipico dei primi dell’ottocento. Nel marzo 1857 si diede avvio ai lavori che terminarono quattro anni dopo con l\u2019inaugurazione dell\u201911 agosto 1861: in scena “Il Rigoletto” di Giuseppe Verdi.
\nUn pronao aggettante su gradini di pietra, poggiato su quattro colonne doriche e coronato da un ampio timpano, caratterizza fortemente la facciata del nuovo teatro.
\nSopra di esso, in corrispondenza della cavea, pi\u00f9 arretrato, si alza un “sottofrontone” con un finestrone semicircolare decorato in rilievo dalle figure allegoriche della Musica e dell\u2019Arte Drammatica.
\nNel 1860, divenuti insostenibili i costi di realizzazione, la Societ\u00e0 cedette i diritti all\u2019Amministrazione Comunale che ne acquis\u00ec la propriet\u00e0 anche se l\u2019impegno della Societ\u00e0 di palchettisti fu ugualmente ricordato nella facciata, dove si legge “Societas erexit MDCCCLVIII”.
\nUn giardino nel retro del teatro e due cancellate laterali che uniscono otto busti di personaggi carpigiani famosi delimitano lo spazio teatrale e ne esaltano il ruolo nello spazio cittadino. Dall\u2019atrio interno, di forma ellittica e decorato con stucchi dorati, si accede ai servizi di biglietteria, guardaroba, bar e alla sala dello spettacolo.
\nDopo l\u2019elettrificazione del 1898-99, un primo restauro fu eseguito nel 1939 e nel 1978-1981 il Comune cur\u00f2 un importante progetto di ristrutturazione e consolidamento. Nel 2003-04 le sedute della loggia e dell’arena superiore furono trasformate in posti numerati. L\u2019ultimo grande restauro si \u00e8 avuto nel 2013, in seguito al sisma di maggio 2012.<\/p>\n
Il Comunale \u00e8 un punto nevralgico della citt\u00e0. Dalla sua fondazione ad oggi \u00e8 stato sempre gestito direttamente dal Comune ed ha visto esibirsi sul suo palcoscenico attori di prosa di risonanza internazionale ( Eleonora Duse, Cesco Baseggio, Ermete Novelli e ancora, in tempi pi\u00f9 recenti, Umberto Orsini, Gabriele Lavia, Franco Branciaroli, Mariangela Melato, Alessandro Gassmann, Alessandro Preziosi), cantanti lirici affermati (Beniamino Gigli, Francesco Tamagno, Gino Bechi, Luciano Pavarotti… ), orchestre e musicisti prestigiosi, compagnie di danza di alto profilo sia nazionale che internazionale.
\nDa sempre produce un cartellone annuale di qualit\u00e0, che spazia dalla prosa classica e contemporanea, alla danza, dal teatro civile al musical e al cabaret, dalle sinfonie classiche d\u2019autore alla lirica e al gospel, a cui si aggiungono frequenti programmazioni didattiche e sperimentali.
\nDal 2004, oltre alla costante programmazione di spettacoli mattutini rivolti ai giovani delle scuole inferiori e superiori, \u00e8 attivo un laboratorio teatrale (\u201cFare Teatro\u201d, da cui \u00e8 nato, nel 2011, il gruppo \u201cCantiere dell\u2019anima\u201d), che d\u00e0 ad adolescenti e ragazzi la possibilit\u00e0 di apprendere le principali tecniche teatrali ed esibirsi in numerosi eventi<\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.885305404663,44.782462120056]}},{"type":"Feature","properties":{"id":347,"name":"Torrione (XX sec)","description":""},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.783112989739,44.771852642298]}},{"type":"Feature","properties":{"id":330,"name":"Gavassa","description":"
La frazione di Gavassa (Gav\u00e2sa in lingua reggiana) era gi\u00e0 abitata durante il periodo romano, tant’\u00e8 che proprio nei pressi della chiesa fu rinvenuta un iscrizione marmorea di quell’epoca. Il toponimo \u00e8 probabilmente un idronimo derivante da Cavo, a testimonianza dei numerosi canali e corsi d’acqua che caratterizzavano la zona, un tempo umida e paludosa.<\/p>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.684029338881,44.707982875407]}},{"type":"Feature","properties":{"id":339,"name":"Piazza Martiri","description":"
Si affacciano sulla piazza, in senso orario:
\nTeatro Comunale (a Dx). In stile neoclassico (1857-1860)
\nPalazzo dei Pio (a Dx). Un tempo circondato da fossati, \u00e8 costituito da pi\u00f9 corpi edificati tra l\u2019XI e il XVII secolo. Fu abitato dai Pio tra XIV e XVI secolo. All\u2019interno: Museo del Palazzo, Museo della Citt\u00e0, Museo del Deportato, mostre temporanee. Aperto 10-13. Ingresso Musei: 5\u20ac; mostre 3\u20ac; musei + mostre 6\u20ac. Info: www.palazzodeipio.it
\nDuomo \u2013 Basilica di Santa Maria Assunta (di fronte). Costruita tra il 1514 e la fine del XVIII secolo, restaurata\u00a0a seguito del terremoto del 2012.
\nPortico Lungo (a Sx). 52 arcate, in stile rinascimentale.<\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n"},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.885010110214,44.782952377573]}},{"type":"Feature","properties":{"id":288,"name":"Villa Malenchini (XVI sec)","description":""},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.274297855794,44.725614292547]}},{"type":"Feature","properties":{"id":266,"name":"Piazza Prampolini","description":""},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[10.630482891575,44.697780422866]}}]}